Il centro Neuromed di Pozzilli, polo di eccellenza per la neurologia, porta avanti studi aerospaziali di elevato contenuto scientifico.

A differenza dei comuni passeggeri, che volano di tanto in tanto, gli equipaggi possono essere sottoposti a queste variazioni più volte al giorno, cosa che potrebbe influenzare la loro salute e il loro stato psicologico.

Ebbene una ricerca condotta su modelli animali dall’Unità di Neurofarmacologia dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia dell’Università Sapienza di Roma e l’Agenzia Spaziale Italiana, mostra invece che non ci sono effetti negativi sul sistema nervoso.

Al contrario: in animali precedentemente esposti a situazioni stressanti è stato osservato che condizioni simili ai voli di linea aumentano la resilienza proprio allo stress.

Gli aerei volano a una quota compresa tra i diecimila e i dodicimila metri. Naturalmente a quelle altitudini l’atmosfera è così rarefatta che sarebbe impossibile sopravvivere. Così l’aria viene compressa grazie ai motori, ma non del tutto. Per evitare sollecitazioni eccessive alla struttura dell’aereo, infatti, la pressione viene mantenuta al livello che troveremmo su una montagna alta circa duemila metri. Un livello considerato fisiologico, ma che porta comunque a una riduzione dell’ossigeno respirato

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