Il trattato del Quirinale e l’affidamento diretto all’ESA dei fondi spaziali nazionali oggetto di un’interrogazione parlamentare.

Eccola!

LANNUTTIANGRISANICASTALDI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Premesso che:

il 16 e 17 novembre 2021 su diversi organi di stampa viene riportata la notizia secondo cui il Presidente francese Emmanuel Macron sarà a Roma giovedì 25 novembre per firmare un accordo, noto nella stampa come “Trattato del Quirinale” con il Presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi;

tra il 2017 e il 2018, con il Governo Gentiloni, era stata annunciata la volontà di iniziare i tavoli di lavoro per dare vita al trattato, che avrebbe sancito una cooperazione rafforzata italo-francese con il fine di coordinare e far cooperare i due Paesi su vari temi, tra cui le politiche industriali, finanziarie e commerciali, ma anche sui dossier sicurezza, politiche comunitarie, Mediterraneo, ambiente, controllo delle armi, iniziative di sviluppo in Africa. Tuttavia, la firma dell’accordo, prevista per il 2018, saltò con la fine della XVII Legislatura e l’ascesa del Governo Conte I. L’iter del trattato venne dunque accantonato e, ad oggi, sembrava completamente fermato;

il 19 novembre sul quotidiano “La Verità” è apparso un articolo a firma di Claudio Antonelli dal titolo “Con il Trattato del Quirinale finiremo per dare i fondi del Recovery a Parigi”. In esso viene ribadito che il trattato ha l’obiettivo di creare una struttura bilaterale che cristallizzi i rapporti tra Roma e Parigi indipendentemente dal colore dei futuri governi. Secondo il quotidiano a destare “allarme rosso” vi sarebbero due articoli del trattato, l’art. 2 (Difesa) e l’art. 7 (Spazio). Per quanto riguarda il primo, secondo quanto scritto dal giornalista non risulterebbe che vi sia già stato un coinvolgimento del Ministero della difesa. Ma a destare ancora più allarme sarebbe l’articolo 7, in quanto nei giorni scorsi il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale avrebbe ricevuto una delegazione francese per discuterne. In particolare, sarebbe intenzione del Ministro di delegare all’Ente spaziale europeo (ESA) l’intero pacchetto di investimenti del PNRR, “a fronte di un pagamento minimo per il disturbo di 105 milioni di euro”, scrive Antonelli. Questo vorrebbe dire esautorare l’Italia dalle decisioni e dalla gestione di quella parte del piano nazionale di resistenza e resilienza riferita agli investimenti nel settore, esautorando l’Agenzia spaziale italiana (ASI) senza peraltro passare dalla legislazione italiana;

nel testo dell’accordo, a pagina 12, si fa riferimento all’osservazione terrestre e ai sistemi di osservazione. Ebbene, scrive “La Verità”, la costellazione dei satelliti dovrà essere equipaggiata da sistemi di radar satellitari. La radaristica è sviluppata solo dalla francese “Thales Alenia space”, mentre la tecnologia complementare in Italia ancora non esiste. Il progetto dell’osservazione terrestre vale da solo un miliardo di euro. Il rischio dunque è che questo Governo decida di finanziare con il PNRR in gran parte le aziende francesi;

considerato inoltre che:

l’accordo in questione rappresenterebbe un trattato internazionale di natura politica, e dunque, alla luce dell’articolo 80 della Costituzione, richiederebbe una ratifica autorizzata con una legge del Parlamento e controfirmata dal Governo;

il Parlamento è invece attualmente all’oscuro di tale trattato. Il timore è che la Francia abbia mire sull’Italia dovute anche alla sua posizione geografica e alla sua vicinanza all’Africa. Tanto che perfino il COPASIR, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, si è occupato, ad esempio, dell’interesse di soggetti francesi verso le banche italiane,

si chiede di sapere:

se risponda al vero che l’Italia e la Francia siano in procinto di firmare un trattato di cooperazione rafforzata e come sia possibile che il Parlamento italiano non sia stato informato neanche sommariamente di tale avvenimento, dal momento che il passaggio parlamentare del trattato appare inevitabile vista la sua natura politica;

chi e in base a quale mandato abbia deciso un eventuale affido all’ESA di una partita così importante per l’Italia, con l’eventuale inserimento di tali accordi nel “Trattato del Quirinale”, come è emerso dagli articoli di stampa;

quale sia stato il ruolo svolto, nell’ambito della trattativa sul trattato, dal Governo Gentiloni, e in base a quale mandato.

(4-06319)

Lascia un Commento