Ecco l’interrogazione parlamentare presentata in Senato il 9 novembre 2021.
FAZZOLARI - Al Ministro dell’università e della ricerca. – Premesso che:
da notizie di stampa si apprende che è intenzione del Governo inserire nel disegno di legge di bilancio una norma di autoriforma del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) che prevedrebbe un “piano di riorganizzazione e rilancio” dell’ente;
tale autoriforma attribuirebbe ad un comitato strategico nominato dal Ministro dell’università e della ricerca, senza alcuna procedura di evidenza pubblica, il compito di proporre lo stesso piano di riorganizzazione e di rilancio e persino modifiche statutarie del CNR, esautorando gli organi statutari interni e violando il principio di autonomia dell’ente;
il piano e le modifiche statutarie sarebbero adottati dal presidente del CNR e quindi approvati dal Ministro senza il necessario parere preventivo delle Commissioni parlamentari competenti;
al presidente del CNR e al comitato strategico si attribuirebbe il compito di nominare un numero indefinito di consulenti;
sarebbe previsto un fondo di 50 milioni di euro destinato indifferentemente alle spese di rilancio dell’ente e alle spese di funzionamento del comitato strategico, che potrebbero, dunque, essere impiegate per consulenze e altre attività non precisate;
considerato che appare evidente che una siffatta norma farebbe correre il rischio di un commissariamento che, sotto le mentite spoglie di un pur necessario rilancio dell’ente, finirebbe con il costituire un vero e proprio “feudo”,
si chiede di sapere se quanto appreso a mezzo stampa risponda al vero e se il Ministro in indirizzo non ritenga che ciò comporti un grave vulnus democratico, commissariando di fatto, al contempo, il CNR, paralizzando la sua attività proprio nel momento in cui è richiesto al principale ente di ricerca italiano, con un bilancio di circa un miliardo di euro, un contributo fondamentale per l’attuazione del PNRR.
(4-06246)