La dura interrogazione parlamentare presentata in Parlamento sul concorso per la nomina del Direttore dell’Isgi del CNR.

Ritorniamo sulla vicenda dell’anomala procedura concorsuale esplicata  nell’istituto giuridico internazionale del CNR.
Ecco l’atto ispettivo parlamentare presentato dalla deputata di Italia Viva Michela Rostan.
ROSTAN. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
l’Istituto studi giuridici internazionali (Isgi) è un’unità organizzativa del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) che svolge attività di ricerca, formazione e alta consulenza nel campo del diritto internazionale, diritto europeo e diritto privato comparato;
l’Isgi, anche grazie ad alcune trasformazioni e fusioni avvenute nel corso degli anni successivi alla sua costituzione avvenuta nel 1986, vanta una significativa tradizione scientifica in materia giuridica, contrassegnata da una crescente produzione scientifica;
il ruolo scientifico e la capacità di attrazione di fondi europei e nazionali dell’Istituto si sono progressivamente ampliati, portandolo ad essere inserito in una rete molto vasta di rapporti internazionali con università e centri di ricerca, non solo europei ma anche extra-europei, spesso formalizzata con appositi accordi di cooperazione;
negli ultimi dieci anni i ricercatori di questo Istituto, composto da poco più di dieci unità, hanno acquisito oltre 800 euro di fondi esterni, mediante partecipazione a bandi competitivi europei e nazionali e, in tal modo, l’Isgi ha consolidato il proprio posizionamento non solo rispetto agli altri istituti dello stesso Cnr ma anche rispetto alle istituzioni, alla società civile e al mondo produttivo, con i quali oltre a svolgere attività di ricerca, offre al tempo stesso supporto tecnico e consulenza giuridica su temi di grande rilievo per le politiche nazionali del nostro Paese;
sin dalla sua costituzione come Centro di ricerca (poi Istituto), l’Isgi è stato diretto da professori universitari: il primo ha esercitato il proprio mandato per 26 anni e il secondo, in stretta continuità con il precedente, per i successivi 5 anni; solo negli ultimi due anni, in attesa della nomina del nuovo direttore, come da regolamento, l’Istituto è stato retto ad interim da ricercatori dell’Istituto;
sin dalla nascita dell’Istituto le commissioni per la nomina del direttore sono state costituite da professori universitari, compresa quest’ultima, nominata a seguito del bando 390.352 del dicembre 2019, composta da un professore emerito dell’università di Salerno, in pensione da 10 anni, da una professoressa ordinaria dell’università di Parma e dall’ultimo direttore dell’Isgi, professore ordinario presso l’università Roma Tre;
ai sensi del regolamento, la commissione valuta le capacità scientifiche e gestionali dei candidati sulla base dei titoli presentati e della prova orale; al termine, designa un tema nell’ambito della quale il consiglio di amministrazione, previa audizione, sceglie il nuovo direttore;
il 22 giugno 2020, la Commissione ha concluso i lavori e ha escluso tutti i candidati interni, includendo nella terna solo i professori universitari;
tra i candidati interni figuravano un dirigente di ricerca, un primo ricercatore e un ricercatore, i quali hanno tutti contribuito in modo molto significativo al rafforzamento e alla visibilità dell’Istituto;
nella procedura di cui in precedenza si evidenziano dubbi di opportunità su alcune scelte, come l’inserimento in commissione di un professore emerito in età avanzata; o che figuri nella commissione per la selezione del direttore di un Istituto, un ex direttore del medesimo Istituto; o che nella terna appena selezionata figuri un professore associato appartenente al medesimo dipartimento dell’università Roma Tre di uno dei membri della commissione;
appare singolare che nessuno dei ricercatori dell’Isgi, pur avendo dimostrato capacità scientifiche e gestionali, sia stato considerato meritevole –:
quali iniziative intenda adottare, nell’ambito delle sue competenze, per approfondire la vicenda di cui in premessa e per assicurare che l’Isgi-Cnr possa valorizzare la sua importanza strategica, nel solco dell’autonomia rispetto all’università, così come previsto dalla visione del Cnr.
(4-06440)

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